Ciao, non ti scrivo da settembre e il motivo è semplice: poco tempo per capire, e dunque raccontarti come si deve, l’evoluzione di quello che è uno dei lavori più affascinanti e richiesti del momento: il social media manager. Ma partiamo dal principio e da come sta evolvendo la mia professione, augurandomi possa esserti da ispirazione.
Questa mail contiene:
Introduzione e aggiornamenti dal mio mondo
Sei di Catania e vuoi lavorare con me?
Il Kintsugi
L’antifragilità oltre la resilienza
I social come rottura
Verso una nuova definizione di professione
Travolto da un’onda imprevista, ci eravamo lasciati con le mie dimissioni al ristorante: avevo trovato un lavoro in agenzia e sembrava filare tutto liscio, finché non ho dato le dimissioni anche lì, dopo appena tre mesi. Perché? C’entra con il titolo di questa email.
Sul lavoro in agenzia forse ci tornerò, o forse no. Ad oggi credo sia un passaggio quasi obbligatorio per chi desidera lavorare nel digital marketing. Ti confronti immediatamente con clienti importanti, con i ritmi forsennati e le scadenze, ma soprattutto con un team. Anche su questo dovrei tornare: su quanto sia importante se allineato ai propri sogni.
Io in agenzia ho trovato delle persone con cui oggi stiamo costruendo qualcosa di impensabile e straordinario. E a proposito, se sei di Catania e vuoi lavorare con noi, sappi che stiamo cercando una/un social media manager e una/un videomaker, solo in presenza, solo happy work: la nostra formula di lavoro ibrido tra uffici, bar, gin tonic. Motivo per cui la presenza è fondamentale.
Tornando ai social media, che rottura! Il lavoro perfetto per chi come me ha sempre amato rompere…ma andiamo per gradi.
Kintsugi: La Bellezza nella Riparazione
All’inizio del mio percorso nel mondo dei social media, nel tentativo di rimettermi in piedi dopo una grave crisi professionale ed economica, parlai con un consulente di carriera che mi disse: trasforma la tua debolezza in forza, riempi le tue ferite di oro e fai di questo il tuo tratto distintivo.
Il Kintsugi, un'antica tecnica giapponese, tratta la riparazione degli oggetti rotti come un'opportunità per celebrare le imperfezioni, evidenziando le crepe con oro o argento. Questo processo non solo ripristina l'oggetto ma lo trasforma, rendendolo più bello e valorizzato rispetto alla sua forma originaria. Nel contesto professionale, questo potrebbe essere paragonato al concetto di resilienza, che implica la capacità di recuperare dalla difficoltà e tornare alla forma originale, o anche uscirne rafforzati, mantenendo però essenzialmente la stessa struttura.
Antifragilità: Crescita Attraverso la Rottura
L'antifragilità, un termine coniato da Nassim Nicholas Taleb, va oltre la resilienza. Non si tratta solo di resistere agli shock o di riprendersi da essi, ma di utilizzare tali shock per diventare più forti, migliorando in risposta al caos e alla volatilità. In altre parole, mentre la resilienza si occupa di sopravvivere e riparare, l'antifragilità si concentra sull'evoluzione e il miglioramento attraverso le rotture, sfide. Questo concetto può essere estremamente utile in ambiti come il marketing digitale o la gestione dei social media, dove le crisi possono essere trasformate in opportunità per innovare e sviluppare nuove strategie.
Invece di mirare semplicemente a "riparare" le strategie digitali che non funzionano, un approccio antifragile incoraggia a esaminare profondamente i fallimenti per comprendere le loro cause e utilizzare queste informazioni per costruire sistemi più robusti.
Altro che rottura, ma di cosa stiamo parlando esattamente?
I social media come rottura: ridefinire valori e proposta di valore
“Rottura” non significa soltanto interrompere una prassi o introdurre un cambio di linguaggio. È un termine forte che indica una frattura, qualcosa che apre un varco tra il “prima” e il “dopo”. Nel contesto aziendale, questo varco consente di rimettere in discussione non solo gli strumenti comunicativi ma anche – e soprattutto – ciò che sta a monte: i valori che un brand dichiara di voler esprimere, la proposta di valore, l’organizzazione, il modello di business.
1. Comunicare i valori (o scoprire di non averli più)
Quando un’azienda si affaccia ai social media in modo strategico e continuo, è inevitabile che emergano con forza tutte quelle dissonanze tra ciò che l’azienda dice di essere e ciò che effettivamente fa. I social amplificano le voci, le mettono in circolo e restituiscono feedback in tempo reale. Se i valori enunciati risultano sbiaditi o non più coerenti con la realtà, la conseguenza è una frattura interna: il management si rende conto di dover ridefinire le fondamenta del brand, di dover ri-immaginare la propria identità.
- Valori “fossilizzati”: spesso le aziende si basano su principi consolidati anni prima e mai più aggiornati. In un mondo che corre alla velocità di TikTok, i valori che non si evolvono finiscono per scontrarsi con le esigenze del mercato e con le nuove sensibilità della società.
- Autenticità messa alla prova: i social non perdonano. Se c’è incoerenza tra ciò che dichiari e ciò che fai, il pubblico lo nota immediatamente e non lo dimentica. Questo richiede un serio esame di coscienza aziendale e, in molti casi, una trasformazione della cultura interna. Vedi la sostenibilità e il greenwashing.
2. La proposta di valore: dove si vede la vera “rottura”
La proposta di valore è il nucleo di un’idea di business: risponde alla domanda fondamentale “perché i clienti dovrebbero scegliere proprio noi?”. Bene, i social media non si limitano a mostrare questa risposta: la mettono alla prova quotidianamente. E se la proposta di valore era ancorata a un contesto di mercato ormai superato, oppure non era mai stata aggiornata, i social evidenziano subito la necessità di rinnovamento.
- Rivedere l’offerta: i feedback su prodotti e servizi sono immediati e trasparenti. Questo spinge a migliorare, a evolvere l’offerta, oppure a creare nuove linee di prodotto/servizio più aderenti ai bisogni reali dei clienti.
- Adattarsi al cambiamento: la “rottura” avviene quando ci si rende conto che l’idea originaria di business non risponde più alle evoluzioni del mercato. I social diventano così un laboratorio di test, dove sperimentare nuove formule di valore.
3. Il ruolo del Social Media Manager “designer”
Qui entra in gioco un approccio diverso rispetto al classico “gestore di piattaforme”: il social media manager esperto in business design. Quando comincio a lavorare con i clienti non mi limito a postare contenuti e monitorare le metriche, ma mi faccio carico di capire e analizzare l’intero ecosistema aziendale, o modello di business. E questa evoluzione, oggi, è imprescindibile: chi non si adegua – offrendo una consulenza più ampia e articolata – rischia di rimanere fermo al semplice “posta e spera”, perdendo opportunità importanti e rimanendo tagliato fuori da scenari potenzialmente molto interessanti.
- Diagnosi strategica: prima di tutto, occorre comprendere se esiste una coerenza tra i valori dichiarati e le azioni dell’impresa. Si lavora in modo trasversale con la direzione, il marketing, le risorse umane e lo sviluppo prodotto, per individuare gap e incongruenze.
- Ridefinizione della value proposition: utilizzando i feedback del pubblico e le metriche dei social, si testa e si affina la proposta di valore, eventualmente ridisegnandola da zero se necessario.
- Evoluzione organizzativa: il business design tocca anche i processi interni. I social media costringono le aziende a essere più fluide, più reattive e più collaborative. La rottura con vecchie abitudini si traduce spesso in una nuova cultura aziendale e nuovi approcci vendita.
4. Una rottura non universale, ma necessaria
Non è detto che ogni azienda debba svoltare radicalmente grazie ai social. Esistono contesti in cui i valori e la proposta di valore sono tuttora solidi e coerenti. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il passaggio (o l’approfondimento) all’universo social porta a scoprire zone d’ombra che vanno illuminate e, se necessario, trasformate.
- Rispetto delle peculiarità settoriali: un’azienda B2B può avere esigenze diverse rispetto a una in ambito consumer; un piccolo brand emergente non vive le stesse dinamiche di un colosso multinazionale. Eppure, in entrambi i casi, i social media stimolano riflessioni profonde sulla coerenza e sull’efficacia della proposta di valore, la segmentazione dei clienti, la relazione con il pubblico e i canali di distribuzione del valore.
- Personalizzazione dell’approccio: la “rottura” non è un dogma. È un concetto che ognuno deve interpretare alla luce del proprio business e del proprio stadio di maturità. Può essere drastica o graduale, ma di certo porta con sé un elemento di innovazione e crescita.
I social media sono, sì, una “rottura”. Sono un laboratorio e uno specchio: mettono alla prova i valori di un’azienda e la sua offerta, forzandola a rinnovarsi.
In questo processo, il social media manager è chiamato ad evolversi se desidera confrontarsi con sfide più grandi. Il mindset da business designer diventa un facilitatore del cambiamento, e il professionista che lo adotta diventa la figura in grado di aiutare le aziende a esplorare nuove vie e a costruire proposte di valore più aderenti alle esigenze del mercato e della società contemporanea.
Dall’altra parte invece se sei un’azienda (o un professionista di altro tipo) che vuole imparare a stare sui social, questo percorso ti invita a confrontarti con nuove competenze, nuove visioni e nuove opportunità. L’adozione di un mindset orientato al cambiamento e all’innovazione fa la differenza: più che un ruolo o una piattaforma, i social media possono diventare il motore di una trasformazione reale, guidando la crescita e ridefinendo il modo in cui comunichiamo e offriamo valore.
Un lavoro che richiede coraggio e visione, ma che offre enormi opportunità di innovazione e crescita – a patto che l’organizzazione e il professionista siano disposti ad accettare questa “rottura” come passo fondamentale per guardare al futuro. Ma questo è un altro discorso!
E adesso, cosa ne pensi? Vedi il social media manager ancora come una mansione “superficiale” o ti sembra piuttosto un ruolo in grado di ridefinire valori, proposte di valore e processi aziendali? E soprattutto: vuoi abbracciare questa evoluzione o preferisci rischiare di perdere grandi opportunità? Fammelo sapere rispondendo a questa email. Scrivimi soprattutto se vuoi approfondire. Ma anche se desideri raccontarmi la tua evoluzione professionale!
Per oggi è tutto, buone feste! Eugenio