Giornata della Terra: cosa c’entra il marketing con tutto questo?
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Oggi è la Giornata della Terra.
Ma non è la Terra ad avere bisogno di un nuovo post.
Siamo noi ad avere bisogno di nuove domande.
Su come viviamo, su cosa scegliamo di promuovere, su cosa stiamo facendo diventare desiderabile.
Su che tipo di sistema vogliamo rafforzare, ogni volta che apriamo una campagna, scriviamo un contenuto, pensiamo a una strategia.
Stamattina, mentre preparavo questo contenuto per Beople, ho avviato una ricerca approfondita su Gemini. Il risultato è andato oltre le aspettative: una guida ragionata, densa di strumenti, casi studio e visioni per ripensare l’innovazione a partire dalla sostenibilità.
Cosa trovi dentro:
Casi studio da Patagonia a Interface, da Tesla a IKEA
Framework per ripensare i modelli di business (SBMC, TLBMC, Circular Design Guide…)
Tendenze emergenti e leve tecnologiche (AI, IoT, modelli distribuiti…)
Analisi delle barriere sistemiche e delle opportunità strategiche
Una selezione di strumenti per progettare valore rigenerativo
Ma più di tutto, trovi uno spazio per pensare.
Perché prima ancora degli strumenti, servono nuove domande. Quelle che scardinano le abitudini. Quelle che non stanno nei brief.
Sul rapporto tra marketing e sistemi:
Quale modello di crescita sto implicitamente sostenendo?
Se il mio lavoro contribuisce a far funzionare un ecosistema, quale sto alimentando davvero?
Come cambierebbe il mio lavoro se considerassi il marketing non come leva di conversione, ma come forza sistemica?
Cosa succede se smetto di vedere il marketing come un mestiere e inizio a viverlo come una responsabilità culturale?
Sulla trasformazione del valore:
Sto comunicando prodotti o visioni del mondo?
La proposta di valore che racconto genera impatto solo per l’azienda, o anche per comunità, clima, generazioni future?
Quando parlo di “innovazione”, parlo di tecnologia… o anche di giustizia? di accesso? di equilibrio?
Se il valore è anche ambientale e sociale, sono in grado di narrarlo senza ridurlo a storytelling?
Sulla possibilità di nuovi modelli:
Quali forme di business sto legittimando con la mia voce? E quali sto rendendo invisibili?
Cosa succederebbe se i marketer diventassero attivatori di nuovi immaginari economici, non solo amplificatori del presente?
Se il mio brand abbracciasse davvero la sostenibilità, sarebbe disposto a cambiare il suo modello di business, non solo il suo tone of voice?
Sono disposto a fare marketing anche per modelli che non garantiscono più crescita lineare, ma senso condiviso?
Perché ora?
Perché ogni contenuto che creiamo è una scelta politica.
Ogni campagna racconta un’idea di futuro. E ogni strategia può — se vogliamo — essere parte della transizione.
A presto, Eugenio
→ Se vuoi portare questa riflessione nel tuo team, possiamo farlo insieme. Scrivimi.